La tragedia di Marta Maria Ohryzko
- Fiorenzo Auteri
- 20 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 lug 2024
Fatto
Marta Maria Ohryzko, 33enne ucraina, è stata trovata morta dai carabinieri in una scarpata di una zona collinare di Barano d’Ischia. La donna si era allontanata dalla roulotte in cui viveva con il compagno, Ilia Batraklov, ed era caduta da un pendio di un paio di metri, rompendosi una caviglia. Nonostante le ripetute richieste di aiuto al convivente, Marta è rimasta da sola tutta la notte nella vegetazione. Le cause della morte sembrano essere legate alle conseguenze di una crisi epilettica non soccorsa.
Conseguenze Penali
Ilia Batraklov è attualmente in carcere a Poggioreale con l’accusa di maltrattamenti e morte come conseguenza dei maltrattamenti, ai sensi dell’art. 572 del Codice Penale secondo cui “Chiunque maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da due a sei anni. Se dal fatto deriva una lesione personale grave si applica la reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a ventiquattro anni.”
Inoltre, potrebbe configurarsi il reato di omissione di soccorso ai sensi dell’art. 593 del Codice Penale, che punisce chiunque omette di prestare assistenza a una persona trovata in stato di pericolo (“Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, ovvero una persona incapace di provvedere a sé stessa per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all’Autorità, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2.500 euro. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità.”).
Conseguenze Civili
Dal punto di vista civile, il comportamento omissivo di Ilia Batraklov potrebbe configurare una responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2043 del Codice Civile, che prevede l’obbligo di risarcire il danno ingiusto causato a terzi. Tale disposizione, infatti, stabilisse che “Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.”
Peraltro, i familiari di Marta Maria Ohryzko potrebbero richiedere il risarcimento dei danni morali e materiali subiti a causa della perdita della congiunta. La quantificazione del danno potrebbe includere le spese funerarie, il danno morale per la perdita di una persona cara e l’eventuale danno patrimoniale derivante dalla perdita di contributo economico della vittima.
Normativa Applicabile
Oltre agli articoli citati, altre norme rilevanti potrebbero essere: • Art. 40 c.p. - Rapporto di causalità: “Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.” • Art. 61 c.p. - Circostanze aggravanti comuni: Le circostanze che possono aggravare la responsabilità penale, quali la commissione del reato contro una persona con cui si convive o con cui si ha una relazione affettiva.
Conclusioni
Il caso di Marta Maria Ohryzko evidenzia l’importanza di comprendere le implicazioni legali derivanti da comportamenti omissivi in situazioni di emergenza. La normativa italiana prevede severe conseguenze penali per chi maltratta o abbandona una persona in pericolo, compresa l’omissione di soccorso, e altrettanto rigorose sono le responsabilità civili per il risarcimento del danno ingiusto. Questo tragico evento serve come monito per la necessità di agire prontamente e responsabilmente in situazioni di pericolo, per evitare conseguenze fatali e gravi ripercussioni legali.
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