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I Manicomi in Italia: Storia, Legislazione e Riforme

  • Immagine del redattore: Fiorenzo Auteri
    Fiorenzo Auteri
  • 2 ago 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Introduzione

Il trattamento delle persone affette da disturbi mentali in Italia ha attraversato cambiamenti significativi nel corso del tempo. La storia dei manicomi, le istituzioni destinate alla cura e alla custodia dei malati mentali, riflette l’evoluzione delle concezioni sociali, mediche e giuridiche sulla malattia mentale. La riforma psichiatrica culminata con la legge 13 maggio 1978, n. 180, nota come Legge Basaglia, rappresenta un punto di svolta fondamentale, segnando la chiusura dei manicomi e introducendo un nuovo approccio alla salute mentale basato sulla comunità e sui diritti delle persone.


Storia dei Manicomi in Italia

I manicomi, o ospedali psichiatrici, hanno una lunga storia che risale al XIX secolo. Inizialmente, questi istituti erano concepiti come luoghi di segregazione più che di cura. I malati mentali venivano isolati dalla società, spesso in condizioni disumane, senza un adeguato trattamento medico. Il Regio Decreto n. 615 del 1909 rappresentò il primo tentativo di regolamentare l’assistenza ai malati di mente, prevedendo l’istituzione di manicomi provinciali e comunali.


La Legge 14 febbraio 1904, n. 36

Il quadro normativo precedente alla Legge Basaglia era dominato dalla Legge 14 febbraio 1904, n. 36, che disciplinava il ricovero e la custodia dei malati di mente. La legge prevedeva che chiunque fosse ritenuto “pericoloso a sé o agli altri, o di pubblico scandalo” potesse essere internato in un manicomio. Il ricovero avveniva su decisione del prefetto, basata su certificati medici che attestavano la malattia mentale e la pericolosità del soggetto. Questa normativa rifletteva una concezione repressiva e custodialistica della malattia mentale, con scarsa attenzione ai diritti dei pazienti e alle loro reali esigenze terapeutiche.


La Legge Basaglia: La Rivoluzione della Psichiatria Italiana

La Legge 13 maggio 1978, n. 180, nota come Legge Basaglia, prende il nome dal suo principale promotore, lo psichiatra Franco Basaglia. Questa legge ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel campo della psichiatria, introducendo principi innovativi che miravano alla deistituzionalizzazione e alla reintegrazione sociale dei malati mentali.


L’art. 1 della Legge Basaglia stabilisce: “Gli accertamenti e i trattamenti sanitari sono volontari. Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori sono disposti dagli organi sanitari pubblici, nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione.” Questo articolo sottolinea il passaggio da un approccio coercitivo a uno basato sul consenso informato e sulla tutela dei diritti umani.


La Legge Basaglia ha previsto la chiusura progressiva dei manicomi, sostituendoli con una rete di servizi di salute mentale territoriali, come centri di salute mentale, comunità terapeutiche e reparti di psichiatria negli ospedali generali. L’art. 6 stabilisce che “le strutture ospedaliere e le case di cura pubbliche e private non possono istituire nuovi reparti per malattie mentali o ampliarne la capacità ricettiva oltre il limite di quella esistente.”


La Giurisprudenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale italiana ha più volte ribadito la conformità della Legge Basaglia ai principi costituzionali. In particolare, una sentenza ha sottolineato che “la salute mentale è parte integrante della salute complessiva della persona, e come tale merita piena tutela nel rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali.”




Dopo la chiusura dei manicomi, il sistema di salute mentale italiano ha affrontato diverse sfide. La transizione verso i servizi territoriali non è stata sempre fluida e omogenea. Tra le principali criticità emerse, possiamo citare:


1. Sottodimensionamento delle Risorse: I servizi territoriali hanno spesso sofferto di carenze di risorse finanziarie e umane. Questa insufficienza ha compromesso la qualità dell’assistenza e la capacità di risposta alle esigenze delle persone con disturbi mentali gravi.


2. Semplificazione e Fragmentazione: La mancanza di una visione integrata dei servizi ha portato alla frammentazione dell’assistenza. In alcuni casi, la rete di servizi ha finito per non offrire un supporto adeguato per la continuità terapeutica e per la reintegrazione sociale delle persone con disturbi mentali.


3. Difficoltà nell’Accesso alle Cure: Alcuni individui, specialmente quelli con disturbi gravi e cronici, hanno trovato difficoltà ad accedere a cure adeguate, con un rischio maggiore di esclusione sociale e marginalizzazione.


Riforme e Proposte di Miglioramento

Negli ultimi anni, sono emerse diverse proposte e iniziative per migliorare il sistema di salute mentale in Italia. Alcuni dei principali orientamenti per il futuro includono:


1. Rafforzamento dei Servizi Territoriali: È essenziale migliorare la rete di servizi territoriali, assicurando un adeguato finanziamento e formazione del personale. La creazione di modelli integrati che combinano servizi sanitari e sociali potrebbe aiutare a garantire una risposta più completa e continua alle esigenze delle persone con disturbi mentali.


2. Implementazione di Politiche di Prevenzione: Potenziare le politiche di prevenzione e promozione della salute mentale è fondamentale per ridurre l’insorgere di disturbi e migliorare il benessere della popolazione.


3. Innovazione e Tecnologie: L’integrazione di tecnologie avanzate e modelli innovativi di assistenza, come la telemedicina e le piattaforme di supporto online, potrebbe contribuire a migliorare l’accesso e la qualità delle cure per le persone con disturbi mentali.


4. Coinvolgimento dei Pazienti e delle Famiglie: Il coinvolgimento attivo dei pazienti e delle loro famiglie nella pianificazione e gestione del trattamento può migliorare l’efficacia dell’assistenza e sostenere il recupero.


5. Ricerca e Formazione: Investire nella ricerca e nella formazione degli operatori del settore è cruciale per garantire che le pratiche siano basate su evidenze e rispondano alle sfide emergenti nel campo della salute mentale.


Conclusione

La chiusura dei manicomi e la Legge Basaglia hanno segnato una svolta fondamentale nel trattamento delle malattie mentali in Italia, spostando il focus dalla custodia alla cura e alla reintegrazione sociale. Tuttavia, il percorso di attuazione di questa legge ha messo in luce diverse sfide che richiedono attenzione e interventi mirati.


Affrontare queste criticità e implementare le riforme necessarie rappresentano passi cruciali per garantire che il sistema di salute mentale possa continuare a rispettare i diritti dei pazienti, offrire cure di alta qualità e promuovere il benessere mentale a livello nazionale. La continua evoluzione della legislazione e delle pratiche, insieme all’adozione di modelli innovativi e inclusivi, sarà determinante per il futuro della salute mentale in Italia.




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