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Corte Costituzionale Annulla Divieto Servizio di Noleggio Con Conducente: Illegittimità dell'Art. 10-bis, comma 6, del DL 135/2018

  • Immagine del redattore: Fiorenzo Auteri
    Fiorenzo Auteri
  • 26 lug 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Un’analisi della Sentenza n. 137 della Corte Costituzionale Premessa Con la sentenza n. 137 depositata il 25 luglio 2024, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 10-bis, comma 6, del Decreto-Legge n. 135 del 2018. Tale disposizione aveva imposto un divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (NCC) fino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione NCC. Questo divieto ha permesso all’autorità amministrativa di erigere una barriera all’ingresso dei nuovi operatori, compromettendo gravemente l’offerta di autoservizi pubblici non di linea.


Il contesto normativo e le critiche sollevate

La disposizione contestata aveva bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni NCC in attesa della piena operatività del registro informatico nazionale. Questo registro, previsto per monitorare le imprese operanti nel settore, è rimasto inattuato per oltre cinque anni, permettendo un rinvio costante dell’entrata in vigore effettiva. La Corte Costituzionale ha osservato che tale situazione ha gravemente compromesso la possibilità di incrementare l’offerta di servizi pubblici non di linea, un settore già carente, soprattutto nelle aree metropolitane.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) aveva già evidenziato come l’ampliamento dell’offerta di questi servizi fosse necessario per rispondere a una domanda elevata e insoddisfatta. Il blocco imposto dal legislatore ha quindi danneggiato l’interesse della cittadinanza e della collettività, impedendo una maggiore mobilità urbana, che è essenziale per l’esercizio di altri diritti costituzionali e per lo sviluppo economico del Paese.


Il ruolo della normativa secondaria

La recente adozione del decreto n. 203 del 2024 da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha stabilito la piena operatività del registro informatico a decorrere da centottanta giorni dalla sua pubblicazione, non ha avuto alcun impatto sul giudizio della Corte.

La sentenza ha chiarito che la questione di legittimità costituzionale riguarda la struttura stessa della disposizione legislativa, indipendentemente dalle circostanze contingenti della sua applicazione.


Gli effetti della sentenza

La sentenza della Corte Costituzionale ha quindi eliminato una barriera normativa che aveva indebitamente limitato l’accesso al mercato degli NCC, creando un grave pregiudizio per i consumatori e per la collettività.

In un contesto dove la libertà di circolazione è fondamentale per l’esercizio di numerosi altri diritti, la carenza di servizi pubblici non di linea ha rappresentato un ostacolo non solo per il benessere del consumatore, ma anche per l’effettività dei diritti costituzionali e per lo sviluppo economico del Paese.


Conclusioni

La decisione della Corte Costituzionale rappresenta un passo significativo verso una maggiore apertura del mercato degli autoservizi pubblici non di linea. Rimuovendo una norma che aveva creato una barriera ingiustificata all’ingresso di nuovi operatori, la sentenza n. 137 sottolinea l’importanza di garantire la libertà di circolazione e di promuovere un mercato più competitivo e accessibile. Questo intervento giuridico mira a migliorare il benessere della cittadinanza, favorendo al contempo lo sviluppo economico e la tutela di diritti fondamentali.



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