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Autovelox illegali e l’indagine della Procura di Cosenza: implicazioni giuridiche

  • Immagine del redattore: Fiorenzo Auteri
    Fiorenzo Auteri
  • 30 lug 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Introduzione

Recenti sviluppi nell’ambito della gestione e del controllo della velocità stradale in Italia hanno portato alla luce irregolarità significative legate all’utilizzo di dispositivi autovelox non omologati. In particolare, la Procura di Cosenza ha avviato un’indagine su vasta scala, che ha condotto al sequestro di numerosi apparecchi di rilevazione della velocità denominati T-Exspeed v 2.0. Questa situazione solleva questioni legali rilevanti, specialmente riguardo alla legittimità delle multe elevate e al potenziale danno erariale.


Il contesto dell’indagine

L’indagine avviata dalla Procura di Cosenza ha rivelato che molti dispositivi T-Exspeed v 2.0, utilizzati per il rilevamento delle infrazioni di velocità, non erano conformi alle normative vigenti. In particolare, è emerso che questi dispositivi non solo mancavano di omologazione, ma anche che il prototipo depositato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti differiva dalla versione effettivamente fornita ai comuni. Questa discrepanza ha sollevato dubbi sulla legittimità delle violazioni registrate.


La normativa di riferimento

Secondo la normativa italiana, gli autovelox devono essere omologati e certificati per garantire la loro precisione e affidabilità. L’articolo 45 del Codice della Strada, infatti, stabilisce che tutti i dispositivi di rilevamento delle infrazioni stradali devono essere approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La mancanza di omologazione rende qualsiasi rilevazione effettuata da tali dispositivi potenzialmente illegittima.


Implicazioni legali per le multe

La mancanza di omologazione dei dispositivi T-Exspeed v 2.0 comporta che le multe elevate tramite questi apparecchi possano essere contestate. Come indicato dal Codacons, gli automobilisti che non hanno ancora pagato le sanzioni possono richiedere l’annullamento dei verbali. Tuttavia, per le multe già pagate, la situazione è più complessa e potrebbe richiedere ulteriori azioni legali per il recupero delle somme.


Danno erariale e responsabilità

La non conformità degli autovelox potrebbe anche comportare un significativo danno erariale. Gli enti locali che hanno incassato le multe potrebbero essere costretti a restituire le somme agli automobilisti, con conseguenti ripercussioni sui bilanci comunali. Inoltre, il rappresentante legale della società fornitrice dei dispositivi è stato denunciato per frode nella pubblica fornitura, un’accusa che potrebbe portare a sanzioni penali e civili.


Reazioni e commenti

Le associazioni dei consumatori, come il Codacons e Assoutenti, hanno accolto favorevolmente l’intervento della magistratura, sottolineando la necessità di garantire la legittimità dei dispositivi di controllo della velocità. Anche il mondo politico ha reagito, con la Lega e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che hanno promesso interventi per mettere ordine nella gestione degli autovelox.


Conclusioni

L’indagine della Procura di Cosenza ha evidenziato gravi irregolarità nell’utilizzo dei dispositivi T-Exspeed v 2.0, con potenziali conseguenze legali per le multe elevate e per i responsabili della frode. Questa situazione sottolinea l’importanza della conformità alle normative per garantire la legittimità delle sanzioni e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. In attesa di ulteriori sviluppi, resta fondamentale monitorare l’evoluzione delle indagini e le eventuali decisioni della magistratura.





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