Rapporti tra i delitti di malversazione, truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche, con riferimento all’illecita percezione del c.d. reddito di cittadinanza.
- Fiorenzo Auteri
- 17 ago 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Il concorso apparente di norme: cenni generali
Il concorso apparente di norme si verifica quando una condotta sembra poter essere sussunta sotto più fattispecie incriminatrici, ma, a ben vedere, è punibile solo in base ad una di esse. Il principio di specialità, codificato dall’art. 15 c.p., regola tale concorso stabilendo che, tra più norme, prevale quella che disciplina la condotta in modo più specifico. A questo si affiancano il principio di consunzione, che opera quando una norma di maggiore ampiezza include quella di minore estensione, e il principio di sussidiarietà, applicabile quando una norma prevede una sanzione minore rispetto a quella prevista da una norma che punisce lo stesso fatto in modo più grave.
Delitti di malversazione, truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche: analisi dei rapporti
Nel contesto delle erogazioni pubbliche, le fattispecie di reato che spesso vengono in rilievo sono la malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis c.p.), la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.) e l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.). È fondamentale comprendere i rapporti tra queste norme per individuare correttamente la fattispecie applicabile in caso di illecito.
a) Malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis c.p.)
La malversazione si configura quando un soggetto, avendo ottenuto contributi, sovvenzioni o finanziamenti dallo Stato o da altri enti pubblici, non destina le somme ricevute agli scopi per i quali erano state concesse. La peculiarità di questo reato risiede nella distorsione dell’uso delle risorse pubbliche già legittimamente percepite, che vengono invece utilizzate per finalità diverse da quelle dichiarate e previste.
b) Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.)
La truffa aggravata, prevista dall’art. 640-bis c.p., si realizza quando, con artifizi o raggiri, si inducono lo Stato o altri enti pubblici a erogare contributi, finanziamenti o altre prestazioni patrimoniali. In questo caso, la condotta fraudolenta si manifesta nel momento dell’ottenimento dell’erogazione, attraverso la presentazione di documentazione falsa o altre forme di inganno. La truffa si distingue dalla malversazione perché, nella truffa, il soggetto non ha diritto all’erogazione ab initio, essendo ottenuta mediante inganno.
c) Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.)
Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche si configura quando un soggetto ottiene indebitamente, senza ricorrere ad artifizi o raggiri, erogazioni pubbliche per un importo superiore a una determinata soglia. La condotta tipica è la presentazione di false dichiarazioni o omissioni non riconducibili a una vera e propria truffa. Si tratta di una fattispecie residuale rispetto alla truffa aggravata, applicabile solo quando non si può configurare il reato di truffa.
Rapporti tra le fattispecie
Il rapporto tra questi reati si fonda sui principi sopra menzionati di specialità, sussidiarietà e consunzione. La malversazione a danno dello Stato, che concerne l’uso scorretto di fondi pubblici legittimamente ottenuti, si distingue nettamente dalla truffa aggravata, che invece riguarda l’ottenimento fraudolento di tali fondi. L’indebita percezione di erogazioni pubbliche, d’altra parte, si applica in via residuale, quando non ricorrono gli estremi per configurare la truffa, operando quindi un principio di sussidiarietà.
In particolare, il reato di indebita percezione è sussidiario rispetto alla truffa aggravata. Quando è possibile dimostrare la sussistenza di artifizi o raggiri utilizzati per ottenere l’erogazione, si applica la fattispecie di truffa aggravata. In assenza di tali elementi, ma in presenza di dichiarazioni mendaci o omissioni, si ricorre alla fattispecie di indebita percezione. La malversazione, invece, viene in rilievo quando, dopo aver ottenuto le erogazioni, il soggetto non utilizza i fondi secondo le finalità stabilite.
Illecita percezione del reddito di cittadinanza
Con riferimento all’illecita percezione del reddito di cittadinanza, è importante comprendere quale fattispecie di reato possa configurarsi in relazione alla condotta del soggetto che ottiene il beneficio senza averne diritto.
Se il soggetto, per ottenere il reddito di cittadinanza, pone in essere una condotta fraudolenta, ad esempio presentando documentazione falsa o alterata, potrebbe configurarsi il reato di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640-bis c.p. L’elemento fraudolento è determinante per la sussunzione della condotta in tale fattispecie.
Nel caso in cui il soggetto presenti dichiarazioni mendaci senza ricorrere a mezzi fraudolenti o ometta di comunicare variazioni reddituali o patrimoniali che incidono sul diritto al beneficio, potrebbe invece configurarsi il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ex art. 316-ter c.p.
Infine, qualora il soggetto ottenga il reddito di cittadinanza legittimamente ma poi utilizzi i fondi per finalità diverse da quelle previste dalla normativa (ad esempio, investimenti speculativi), potrebbe configurarsi la malversazione a danno dello Stato ex art. 316-bis c.p., sebbene questa fattispecie sia più difficilmente applicabile rispetto alle prime due.
Conclusioni
L’analisi dei rapporti tra i reati di malversazione, truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche rivela una complessa interazione tra le diverse fattispecie, regolata dai principi di specialità, sussidiarietà e consunzione. Ogni fattispecie trova applicazione in base alle specifiche modalità della condotta posta in essere, con la truffa aggravata che richiede l’esistenza di un inganno, l’indebita percezione che si configura in assenza di frode, e la malversazione che sanziona l’uso scorretto dei fondi ottenuti.
L’illecita percezione del reddito di cittadinanza rappresenta un ambito applicativo di questi principi, dove la condotta del beneficiario deve essere valutata con attenzione per determinare la corretta imputazione del reato, tenendo conto delle specifiche circostanze del caso concreto.
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