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Le c.d. Sanzioni Amministrative Sostanzialmente Penali tra Procedimento, Processo e Garanzie

  • Immagine del redattore: Fiorenzo Auteri
    Fiorenzo Auteri
  • 17 ago 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Il tema delle sanzioni amministrative sostanzialmente penali è di particolare rilevanza all’interno dell’ordinamento giuridico italiano, poiché esso si colloca all’intersezione tra il diritto amministrativo e il diritto penale, ponendo rilevanti questioni in merito alle garanzie procedurali e sostanziali che devono essere riconosciute ai destinatari di tali misure. La giurisprudenza e la dottrina hanno a lungo dibattuto sulla natura di queste sanzioni, che, pur formalmente amministrative, presentano una portata afflittiva tale da avvicinarle alle pene vere e proprie, richiedendo un particolare rigore nelle procedure applicative e un robusto sistema di garanzie.



Definizione e ambito delle sanzioni amministrative sostanzialmente penali

Le sanzioni amministrative sostanzialmente penali sono misure adottate dall’amministrazione che, nonostante la loro qualificazione formale come sanzioni amministrative, presentano caratteristiche tali da essere equiparate, dal punto di vista sostanziale, a sanzioni penali. Questa categoria di sanzioni include, ad esempio, multe particolarmente gravose, sospensioni o revoche di licenze o autorizzazioni, nonché sanzioni interdittive che incidono in maniera significativa sui diritti e sulle libertà fondamentali degli individui.


La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), nella celebre sentenza Engel e altri c. Paesi Bassi del 1976, ha stabilito i criteri per identificare la natura penale di una sanzione, anche se formalmente qualificata come amministrativa. Tali criteri includono la qualificazione giuridica dell’illecito, la natura dell’illecito stesso, e la gravità della sanzione imposta. Questi parametri sono stati successivamente adottati dalla giurisprudenza nazionale, che ha riconosciuto la necessità di garantire alle sanzioni amministrative sostanzialmente penali un regime di tutela simile a quello previsto per le sanzioni penali.


Il procedimento amministrativo: garanzie e criticità

Il procedimento amministrativo volto all’irrogazione di sanzioni sostanzialmente penali deve conformarsi ai principi di legalità, imparzialità, e buon andamento, sanciti dall’art. 97 della Costituzione. A ciò si aggiunge la necessità di rispettare il principio del contraddittorio, il diritto alla difesa e il principio di proporzionalità della sanzione rispetto all’illecito commesso.


Nonostante queste garanzie formali, la prassi ha spesso evidenziato criticità nel rispetto di tali principi, specialmente in contesti dove la PA gode di un ampio margine di discrezionalità. Tali problematiche si manifestano, ad esempio, nella mancata o insufficiente motivazione dei provvedimenti sanzionatori, nella limitata partecipazione del destinatario al procedimento, e nella tendenza dell’amministrazione ad adottare provvedimenti particolarmente gravosi senza un adeguato bilanciamento degli interessi in gioco.


In questo contesto, il principio di legalità assume un valore cruciale, imponendo che ogni sanzione amministrativa, specie se sostanzialmente penale, sia prevista da una norma chiara, precisa, e non retroattiva, al fine di evitare l’arbitrarietà dell’azione amministrativa e garantire la prevedibilità delle conseguenze giuridiche degli atti compiuti dai cittadini.


Il processo e il diritto a un equo processo

Quando si tratta di sanzioni amministrative sostanzialmente penali, il processo che segue all’impugnazione del provvedimento sanzionatorio assume caratteristiche particolari, configurandosi come un vero e proprio processo di natura quasi-penale. In tali contesti, la giurisprudenza ha sottolineato la necessità di applicare le garanzie previste dall’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che sancisce il diritto ad un equo processo.


Tra le garanzie procedurali fondamentali si annoverano:


Il diritto a un giudice imparziale e indipendente: Il giudice chiamato a decidere sulla legittimità della sanzione deve essere terzo rispetto alle parti, nonché indipendente dall’autorità amministrativa che ha irrogato la sanzione.


Il diritto alla difesa: Il destinatario della sanzione deve poter esercitare pienamente il proprio diritto alla difesa, sia durante il procedimento amministrativo che durante il processo. Ciò include la possibilità di essere assistito da un legale, di presentare prove e di controinterrogare i testimoni.


Il principio di presunzione di innocenza: Sebbene formalmente applicabile al processo penale, questo principio deve trovare applicazione anche nei procedimenti relativi a sanzioni sostanzialmente penali, imponendo all’amministrazione l’onere di provare la responsabilità dell’individuo sanzionato.


Tuttavia, nonostante il riconoscimento di tali garanzie, permangono alcune zone d’ombra, soprattutto per quanto riguarda la durata dei processi e la difficoltà di ottenere un pieno riesame del merito della decisione amministrativa.


La questione delle garanzie costituzionali e convenzionali

Il riconoscimento della natura sostanzialmente penale di alcune sanzioni amministrative ha portato ad un ampliamento delle garanzie costituzionali e convenzionali applicabili a tali sanzioni. Oltre all’art. 6 della CEDU, anche gli artt. 24 e 111 della Costituzione italiana, relativi al diritto di difesa e al giusto processo, devono essere richiamati per garantire una tutela effettiva ai destinatari di sanzioni di questo tipo.


In particolare, la Corte Costituzionale ha più volte affermato l’esigenza di un controllo giurisdizionale effettivo e non meramente formale sui provvedimenti sanzionatori, ribadendo l’importanza di un sindacato sul merito della decisione amministrativa che tenga conto della gravità delle conseguenze che tali sanzioni possono avere sulla vita degli individui.


L’evoluzione giurisprudenziale in materia è stata altresì influenzata dalle pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha sottolineato l’importanza del principio di proporzionalità e del rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, i quali devono essere applicati anche nel contesto delle sanzioni amministrative.


Conclusioni

Le sanzioni amministrative sostanzialmente penali rappresentano un ambito complesso e delicato, che richiede un costante equilibrio tra le esigenze di tutela dell’ordine pubblico e della legalità, e il rispetto dei diritti fondamentali degli individui. L’evoluzione normativa e giurisprudenziale ha progressivamente esteso le garanzie riconosciute ai destinatari di tali sanzioni, avvicinando il loro regime giuridico a quello delle sanzioni penali propriamente dette.


Tuttavia, restano aperte numerose questioni, soprattutto in relazione all’effettività delle garanzie processuali e alla necessità di assicurare un controllo giurisdizionale pieno ed imparziale sui provvedimenti amministrativi. In questo contesto, il ruolo della giurisprudenza, nazionale ed europea, continua a essere determinante nel delineare i confini tra potere amministrativo e diritti individuali, in un quadro normativo in costante evoluzione.





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