La Legge 104/1992: Analisi Approfondita dei Commi I e III dell’Articolo 3
- Fiorenzo Auteri
- 6 ago 2024
- Tempo di lettura: 3 min
La Legge 104/1992, nota come "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate," rappresenta uno dei principali riferimenti normativi in Italia per quanto riguarda i diritti delle persone con disabilità. Un’analisi dettagliata dei commi I e III dell’articolo 3 di questa legge permette di comprendere meglio come viene definito lo stato di disabilità e quali diritti e tutele vengono riconosciuti alle persone con disabilità grave.
Articolo 3, Comma I: Definizione di Handicap
Il primo comma dell'articolo 3 stabilisce che: "È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione."
Questa definizione è ampia e inclusiva, coprendo diverse forme di minorazione che possono avere effetti significativi sulla vita dell’individuo. Viene riconosciuto che non solo le minorazioni fisiche, ma anche quelle psichiche e sensoriali, possono causare difficoltà in vari ambiti della vita quotidiana, tra cui:
Apprendimento: Difficoltà nel processo educativo e formativo.
Relazione: Ostacoli nell’instaurare e mantenere rapporti sociali.
Integrazione lavorativa: Problemi nell'accesso e nel mantenimento di un posto di lavoro.
La norma, dunque, non si limita a una visione medico-biologica della disabilità ma considera anche gli aspetti sociali e relazionali, riconoscendo che queste difficoltà possono portare a un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
Articolo 3, Comma III: Disabilità Grave
Il terzo comma dell'articolo 3 introduce il concetto di disabilità grave: "Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità."
La disabilità grave è caratterizzata da una significativa riduzione dell’autonomia personale che richiede un intervento assistenziale costante e complessivo. Questo implica che la persona non è in grado di gestire la propria vita quotidiana senza un supporto continuo. Le principali caratteristiche di questa condizione includono:
Riduzione dell'autonomia personale: La persona necessita di assistenza per compiere attività quotidiane fondamentali.
Intervento assistenziale permanente: La necessità di un supporto continuo, non occasionale, che copra tutte le sfere della vita, sia individuale che relazionale.
Diritti e Agevolazioni per le Persone con Disabilità
La Legge 104/1992 prevede una serie di diritti e agevolazioni sia per le persone con disabilità in generale che, in modo specifico, per quelle con disabilità grave. Questi includono:
Permessi retribuiti: I lavoratori con disabilità o i loro familiari hanno diritto a tre giorni di permesso retribuito al mese o, alternativamente, a due ore di permesso giornaliero.
Congedo straordinario: I familiari conviventi di persone con disabilità grave possono usufruire di un congedo straordinario retribuito fino a due anni.
Agevolazioni fiscali: Vengono previste diverse detrazioni fiscali per l’acquisto di beni e servizi necessari all’assistenza della persona disabile.
Priorità nelle graduatorie: Le persone con disabilità grave hanno priorità nell’accesso a servizi di assistenza domiciliare, strutture residenziali e semi-residenziali.
Adeguamenti del posto di lavoro: I datori di lavoro devono garantire modifiche ragionevoli dell’ambiente lavorativo per rispondere alle esigenze della persona con disabilità.
Applicazione Pratica e Giurisprudenza
L’applicazione della Legge 104/1992 e delle agevolazioni previste varia a seconda delle circostanze specifiche e delle decisioni giurisprudenziali. Una sentenza significativa è la n. 13109/2019, in cui la Corte di Cassazione ha ribadito l’obbligo dei genitori di mantenere i figli maggiorenni con grave disabilità se non sono in grado di provvedere a sé stessi a causa della loro condizione. La Corte ha osservato che l’articolo 337-septies del codice civile, che prevede l’applicazione delle disposizioni per i figli minori anche ai figli maggiorenni con grave disabilità, conferma il principio che i genitori devono prendersi cura dei figli non autosufficienti.
Conclusioni
La Legge 104/1992 rappresenta un fondamentale strumento di tutela per le persone con disabilità in Italia, garantendo loro diritti e agevolazioni essenziali per favorire l’integrazione sociale e lavorativa. L’articolo 3, con i suoi commi I e III, fornisce una definizione chiara delle diverse forme di disabilità e delle specifiche tutele necessarie per le persone con disabilità grave. La corretta applicazione di questa legge, supportata da una giurisprudenza attenta e coerente, è cruciale per assicurare che i diritti delle persone con disabilità siano effettivamente rispettati e tutelati, promuovendo una società più inclusiva e giusta.
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