La Corte di Cassazione e l’Affidamento dei Minori: Una Nuova Direzione nelle Disposizioni sui Pernottamenti
- Fiorenzo Auteri
- 26 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Premessa
La recente ordinanza della Corte di Cassazione segna un significativo sviluppo nella gestione dell’affidamento dei figli minori in caso di separazione dei genitori. La sentenza stabilisce che, fino al compimento del terzo anno di età, i bambini devono dormire nella casa della madre, rigettando il ricorso di un padre che chiedeva l’affidamento congiunto del figlio neonato. Questa decisione rispecchia una crescente attenzione verso le esigenze di stabilità e sicurezza dei minori, particolarmente nei primi anni di vita.
Il Contesto Normativo e Giurisprudenziale
La normativa italiana sull’affidamento dei minori mira a garantire il miglior interesse del bambino, principio guida sia per il legislatore che per la giurisprudenza. L’articolo 337-ter del Codice Civile stabilisce che il giudice deve valutare prioritariamente il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori. Tuttavia, la nuova ordinanza della Corte di Cassazione introduce una specifica eccezione per i bambini fino a tre anni, affermando la prevalenza della figura materna per i pernottamenti.
Il Caso di Macerata: Dettagli e Sviluppi Giuridici
Il caso in questione ha avuto origine nel 2022, quando il figlio della coppia aveva 16 mesi. Il tribunale di Macerata aveva inizialmente stabilito un diritto di visita per il padre con un assegno di mantenimento di 150 euro mensili. Successivamente, la Corte d’Appello di Ancona ha modificato queste disposizioni, aumentando l’assegno a 250 euro e rivedendo le modalità di visita. Le disposizioni della Corte d’Appello includevano:
• Due pomeriggi a settimana dalle 16:00 alle 20:30.
• Alternanza tra sabato pomeriggio e domenica.
• Due settimane consecutive durante l’estate.
• Alternanza durante le festività natalizie.
Nonostante queste visite regolari, la sentenza stabiliva che i pernottamenti presso il padre non erano consentiti fino al compimento del terzo anno di età del bambino.
Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha sottolineato l’importanza della stabilità abitativa e della figura materna nei primi anni di vita del bambino. I giudici hanno rilevato che i tempi di bigenitorialità “paritetici” e i pernottamenti presso il padre non erano conciliabili con la tenera età del figlio, che al momento del ricorso aveva solo 16 mesi ed era ancora allattato al seno. La decisione riflette una preoccupazione per il benessere psicofisico del bambino, riconoscendo l’importanza di un ambiente stabile e sicuro durante i primi anni di sviluppo.
Prospettive Future e Implicazioni
La sentenza prevede un allentamento delle restrizioni dopo il compimento dei tre anni, quando saranno concessi pernottamenti infrasettimanali e nel fine settimana presso il padre, oltre a periodi più lunghi durante le vacanze. Questo approccio graduale riflette una sensibilità verso le fasi di crescita del bambino, garantendo nel contempo che entrambi i genitori mantengano un ruolo significativo nella sua vita.
Conclusioni
La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un punto di svolta nella giurisprudenza italiana sull’affidamento dei minori. Sottolinea l’importanza di un approccio equilibrato che tenga conto delle esigenze specifiche dei bambini piccoli, garantendo al contempo il diritto alla bigenitorialità. Questa decisione pone un importante precedente per future controversie sull’affidamento, promuovendo una maggiore attenzione verso il benessere psicofisico dei minori e la loro crescita armoniosa.
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