La Corte di Cassazione e il Controllo sulla Coltivazione della Cannabis Sativa L
- Fiorenzo Auteri
- 23 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Analisi della Sentenza della Terza Sezione Penale del 16 luglio 2024, n. 28501
Introduzione
La sentenza della Corte di Cassazione, Sez. III, del 16 luglio 2024, n. 28501, si concentra su un tema di grande rilevanza nel diritto penale italiano: il controllo sulla coltivazione della “cannabis sativa L.”, ai sensi della legge 2 dicembre 2016, n. 242. La Corte ha chiarito la natura del controllo esercitato dal Corpo Forestale dello Stato e ha distinto tale attività dall’ordinario controllo di polizia giudiziaria, sottolineando le implicazioni di questa differenza in termini di legittimità del sequestro probatorio.
Il Contesto Normativo
La legge 2 dicembre 2016, n. 242, disciplina la coltivazione della “cannabis sativa L.”, specificando le condizioni di liceità di tale attività. L’art. 4, comma 1, della legge, attribuisce al Corpo Forestale dello Stato il compito di effettuare controlli per verificare il rispetto delle condizioni stabilite dalla legge, al fine di garantire che la coltivazione sia conforme ai requisiti di liceità.
La Distinzione tra Controllo del Corpo Forestale e Controllo di Polizia
La Terza Sezione penale ha sottolineato che il controllo demandato al Corpo Forestale dello Stato ha una finalità amministrativa, mirata ad accertare la conformità della coltivazione della cannabis sativa L. alle condizioni di liceità stabilite dalla legge n. 242 del 2016. Questo tipo di controllo è distinto dall’ordinario controllo di polizia giudiziaria, che è invece finalizzato all’acquisizione di elementi di prova per l’accertamento di reati.
La Questione della Legittimità del Sequestro Probatorio
Nella fattispecie esaminata, la polizia giudiziaria aveva eseguito un sequestro probatorio in relazione al delitto di illecita coltivazione di organismi vegetali da cui sono ricavabili sostanze stupefacenti. La difesa aveva contestato la legittimità del sequestro, sostenendo che la polizia giudiziaria non aveva rispettato la procedura contemplata dall’art. 4 della legge n. 242 del 2016. La Corte di Cassazione ha respinto questa argomentazione, affermando che il mancato rispetto della procedura prevista per il controllo amministrativo da parte del Corpo Forestale dello Stato non incide sulla legittimità del sequestro probatorio eseguito dalla polizia giudiziaria. La Corte ha chiarito che i due tipi di controllo hanno nature e finalità diverse, e che il controllo amministrativo non sostituisce né limita le competenze della polizia giudiziaria in materia di accertamento di reati.
Implicazioni della Sentenza
Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche e giuridiche. In primo luogo, chiarisce che il controllo amministrativo della coltivazione di cannabis sativa L., finalizzato alla verifica del rispetto delle condizioni di liceità, non esclude né condiziona l’attività di polizia giudiziaria finalizzata all’accertamento di reati. In secondo luogo, la sentenza rafforza il principio secondo cui la procedura amministrativa prevista per specifici controlli non può essere invocata per invalidare le attività investigative della polizia giudiziaria, se queste sono svolte nel rispetto delle norme penali e processuali.
Conclusioni
La sentenza n. 28501 del 16 luglio 2024 della Terza Sezione penale della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo nella giurisprudenza italiana riguardo alla distinzione tra controlli amministrativi e controlli di polizia giudiziaria. Essa riafferma il principio che la finalità e la natura dei controlli demandati a organi diversi devono essere tenute distinte, evitando sovrapposizioni che possano compromettere l’efficacia dell’azione penale. Questa pronuncia contribuisce a delineare con maggiore chiarezza i confini tra le competenze del Corpo Forestale dello Stato e quelle della polizia giudiziaria, offrendo un quadro normativo e giurisprudenziale più preciso per gli operatori del diritto e garantendo una più efficace tutela dell’ordine pubblico e della legalità.
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